LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Amina Narimi
|
|||||||
Brillano gli occhi chiari di ricordo se mi chinassi verso la fotografia li sparpaglierei come lucciole sottili che s'addormenta sotto l'albero del tasso tenendosi alla vita un mezzo giro su se stessa col battacchio della ciotola fa il suono in piena luce nel suo pettoscuro a coprire generazioni di dolore una pressione che la sfonda sullo sterno una fitta lenta nel diaframma ferma il mondo con l’aiuto di nessuno- dove viene con la neve che si ferma, che s'allenta succhia il verde ultimo di vita come fosse un albero la cima
non è più dato piangere sull'urna della sera si sono fatti segni di una ruggine e due viti sopra i bordi nel risplendere fa vacillare in tempo il tempo facendosi di carne tra le dita finchè le mani passano. a far male un'altra volta leggera come un'anima la tocco come se avesse della vita adesso deciso il perchè si muore dove finisce il suono nella ciotola
al punto in alto della prima luce io mi abituo al buio che ricavo nel rosso della gola fino a sera quando un gesto nuovo si propaga e vi immerge profondo il suo sorriso per Noi, non è cambiato niente.
|
|